lunedì 28 maggio 2007

Libro del mese | Più risultati in meno tempo

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"Non ho tempo" è la constatazione da cui dobbiamo partire per costruire un'efficace gestione delle nostre attività lavorative. Sempre e comunque non abbiamo il tempo per poter riuscire a fare tutto. Non abbiamo bisogno di più tempo, ma di utilizzarlo nel modo migliore per dare più valore al nostro tempo e di conseguenza alla nostra vita.
Molte volte si confondono le attività con i risultati. L'obiettivo diventa quello di essere così occupato da non avere il tempo per pensare ad altro. Più ore si lavora, più ci sembra di avere tempo a disposizione per completare il lavoro e più ci si affatica e si ha così bisogno di più ore.
Per raggiungere i risultati auspicati occorre:
1. eliminare gli alibi: "faber est suae quisque fortunae";
2. essere efficienti per aumentare le probabilità di essere efficaci;
3. lavorare divertendosi: combattere stress ed ansia;
4. pianificare non significa sognare;
5. tenere sotto controllo il tempo;
6. lavorare "hic et nunc" sulle priorità;
7. avere il coraggio di prendere decisioni (anche sbagliate);
8. ottimizzare il tempo relazionale;
9. delegare;
10. far dimagrire i "mangiatori di tempo".

Gianluca Gambirasio fondatore di Olympos Group srl, laureato in Economia e Commercio. Progetta e conduce ogni anno numerosi seminari di time management. È intervenuto per oltre 150 aziende e ai suoi corsi di formazione hanno partecipato oltre 4.000 persone. Per contattare l'autore scriva a: gianluca.gambirasio@olympos.it.

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domenica 27 maggio 2007

Libero pensiero...| Prendetevi il vostro spazio

LASCIATE QUI I VOSTRI MESSAGGI, PENSIERI, COMMENTI PER L'ESPRIT NOUVEAU

WWW.ESPRITNOUVEAU.COM

Iniziativa

Fino a che uno non si compromette,
c’è esitazione, possibilità di tornare indietro,
e sempre inefficacia.
Rispetto ad ogni atto di iniziativa e creazione,
c’è solo una verità elementare,
l’ignorarla
uccide innumerevoli idee e splendidi piani.
Nel momento in cui uno si compromette definitivamente
anche la provvidenza si muove.
Ogni sorta di cose accade per aiutare,
cose che altrimenti non sarebbero mai accadute.
Una corrente di eventi ha inizio dalla decisione,
facendo sorgere a nostro favore
ogni tipo di incidenti imprevedibili,
incontri e assistenza materiale,
che nessuno avrebbe sognato
potessero venire in questo modo.
Tutto quello che puoi fare,
o sognare di poter fare
incomincialo.
Il coraggio ha in sé genio, potere e magia.
Incomincialo adesso.

W.J.Goethe




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sabato 26 maggio 2007

Festival della Creatività 2007



il tema del 2007: "le reti: sinapsi e bit della creatività"

Il tema scelto per il 2007 è quello della "rete", o meglio delle reti, con un titolo che ne evoca di fatto la molteplicità delle definizioni ed interpretazioni dall'ambito naturale a quello artificiale fino alle dinamiche relazionali.

Se è immediato pensare alla rete delle reti, al web, come paradigma del tema, è altrettanto forte il concetto di network non solo inteso come lavoro di rete o in rete ma come piattaforma di relazioni sociali, culturali, economiche.

Di fatto il sottotitolo "sinapsi e bit della creatività" sintetizza le tante direttrici e declinazioni della rete passando per quelli che sono le componenti che la definiscono e la caratterizzano.

Dalle sinapsi del sistema neuronale, alla cui strutturazione si ispirano i circuiti delle intelligenze artificiali, ai bit che diventano il medium per il trasferimento di informazioni passando per i "nodi" delle reti infrastrutturali e relazionali: questo sarà il campo d'azione dell'edizione 2007 del festival.

Dunque ci sarà spazio per la robotica e la medicina; per le telecomunicazioni e le piattaforme digitali; per le aziende, gli enti e i progettisti che operano nel mondo dei trasporti, dell'energia, delle tecnologie e del territorio; per la cultura e i suoi molteplici network, da quelli informali a quelli istituzionali; per internet e le sue comunità.

L'ingresso al Festival è gratuito.

25 >28 OTTOBRE 2007
FIRENZE - FORTEZZA DA BASSO

http://www.festivaldellacreativita.it/index.asp

mercoledì 23 maggio 2007

In Second Life da oggi Italian Life


Alle 16 di oggi aprirà al pubblico di Second Life l'isola "Italian Life", nuovo distretto che due aziende, "Time & Mind" e "No Real", hanno realizzato per promuovere nel metamondo "l'eccellenza aziendale italiana attenta all'innovazione ed allo stile".

I residents potranno conoscere le iniziative e le attività delle aziende e delle associazioni che stanno aderendo al progetto, spiegano i promotori, ma c'è anche posto per l'arte, con exhibit fotografici, arte contemporanea e replicazioni virtuali di alcuni tra i monumenti italiani più famosi, grazie all'accordo con il CNR-ITABC di Roma e l'Italian Virtual Heritage Network, associazione nazionale che si occupa della divulgazione scientifica dei Beni Culturali attraverso la virtualità. Il primo evento disponibile tra poche settimane, sarà la presentazione della replica 3D interattiva del triclinio della "Villa Imperiale" di Pompei.

Al centro anche la cucina italiana, incontri, forum, sessioni didattiche, arredamento elettronico e via dicendo.

"Un'opportunità per le aziende di fare comunicazione digitale integrata in un contenitore eccellente, dinamico e attento ai linguaggi italiani del marketing" ha dichiarato Massimo Giordani, CEO di "Time & Mind" (Maxell Arad).

"Credo che gli utenti di Second Life rimarranno piacevolmente stupiti delle ambientazioni che abbiamo creato sfruttando tutta l'esperienza di chi lavora nella computer grafica da decenni. Anche nella virtualità stiamo cercando di portare il gusto e la bellezza italiani", afferma Davide Borra, titolare di "No Real" (Davide Forcella).

Il sito dedicato è a questo indirizzo

Punto Informatico

In Italian Life rientra anche il progetto DEP digital ecosystem project.

martedì 22 maggio 2007

DEP | digital ecosystem project


L'Esprit Nouveau fa parte del progetto DEP.
Partecipando l
e aziende, gli enti o le associazioni possono ridefinire e monitorare l'aumento della propria visibilità sul Web tramite le potezialità del social networking e dell'incremento del numero di collegamenti tra i nodi di una rete formata dai contatti delle aziende stesse.

l Digital Ecosystem Project è promosso dall'associazione Intermedia (www.intermedia.to.it) con il supporto di Neurona.it.

L'obiettivo del DEP è di consentire a tutti i partecipanti di verificare sul proprio sito Internet l'efficacia del concetto di Ecosistema Digitale, formalizzato da Massimo Giordani (Presidente di Intermedia e CEO Time & Mind) e Claudio Pasqua (SEO Time & Mind).
I partecipanti al DEP potranno monitorare l'andamento degli accessi al proprio sito e osservare le variazioni in termini di posizionamento sui motori di ricerca e PageRankTM.

I risultati del DEP saranno pubblicati e divulgati in occasione del convegno annuale Inter.media che si terrà a novembre 2007.

L'Esprit Nouveau


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Un sito è per sempre. Pensaci! | L'Esprit Nouveau



create your own slideshow
Perchè fare pubblicità su internet?...

- Visibilità costante, 365 giorni l'anno
;
- Aumento della visibilità e dei possibili contatti;
- Clientela sempre aggiornata;
- Facilità di fidelizzazioni;
- Abbassamento costi di promozione;
- Efficacia;
- Al passo con i tempi.
...perchè non farla!


Il nostro compito è quello di occuparci del'aspetto visivo e tecnico di progetti web business to business e business to consumer.
Risolviamo i problemi di comunicazione valorizzando l'immagine del cliente e fruttando i punti di forza del web.

Conoscendo le possibilità della tecnologia la fruttiamo per realizzare siti accattivanti dal punto di vista grafico, dal buon impatto visivo, semplici da navigare, accessibili e compatibili con le esigenze dei visitatori.

Studio Grafico & Web Agency
L'Esprit Nouveau di Voiglio Roberta & C. snc

via San Leone, 1
12030 Manta (CN)

tel./fax 0175 854.88
project@espritnouveau.com


Resp. creativo, e di marketing |SEO.search engine optimization|
roberta@espritnouveau.com
cell. +39 338 123.53.85
[skipe] roberta-ufficio


lunedì 21 maggio 2007

Logo contest | ...Floss sceglie L'Esprit Nouveau


MaGo ha comunicato il verdetto...fra tutte le proposte fatte, la scelta è scivolata su "aria di libertà" di Roberta...a pensarci bene come obiettare? Molto free!

Un saluto e ringraziamenti a tutti i partecipanti al LOGO CONTEST:

Alessio
Carlo
Caterina
Emilio
Giovanna
Luca
Matteo

venerdì 18 maggio 2007

Il Governo lancia il Portale dell'Open Source

Lo scopo è consentire agli enti locali di rendere pubblico quanto realizzato in modalità open source, spingere sul riuso di quelle soluzioni e sulla collaborazione nello sviluppo di nuovi software.


Roma - Ieri è stato formalmente annunciato il Portale dell'Osservatorio Open Source, un sito che pur esistendo da tempo, ora mette in campo le annunciate iniziative pensate per spingere verso l'open source la Pubblica Amministrazione italiana.
Il Portale dà infatti accesso ad ASC, Ambiente di sviluppo cooperativo: una piattaforma pensata per offrire supporto e tool per agevolare lo sviluppo di applicazioni e componenti software da licenziare ed utilizzare secondo i paradigmi tipici del software a codice sorgente aperto. L'idea è quella di coinvolgere tutta la Pubblica Amministrazione, quella centrale e locale, tutti gli enti che intendono proporre e/o partecipare allo sviluppo, alla gestione ed alla evoluzione continua dei progetti ospitati nell'ambiente stesso e, al contempo, per raccogliere suggerimenti e modifiche provenienti dal mondo accademico e dagli eventuali operatori di mercato interessati.

L'altra area considerata strategica del Portale è la Vetrina virtuale. Come si evince dal nome, è uno strumento che dando evidenza ai progetti open source già realizzati dalla PA punta a condividere il patrimonio di esperienze maturato sia all'interno della PA che con l'ausilio degli operatori del mercato che hanno partecipato ai progetti. Nell'elenco delle soluzioni appariranno via via le "migliori esperienze", ossia le best practice sviluppate dalle PA. Non mancano quindi le soluzioni già esistenti, le difficoltà incontrate, gli attori del mercato che offrono servizi in materia e la loro localizzazione geografica.

http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1990138

MASTER IN BRAND COMMUNICATION

IL PROGETTO, LA COSTRUZIONE E LA GESTIONE DELLA MARCA
Certificato UNI EN ISO 9001-2000 da ITALCERT

7a Edizione
Ottobre2007/Ottobre2008

La presentazione e selezioni del Master avverrano nei giorni:

24 Aprile,
29 Maggio,
27 Giugno,
18 Settembre,
03 Ottobre,
17 Ottobre,

alle ore 9.30 presso
POLI.design, Via Durando 38/A - Milano - 5° piano
Tel.: 02/2399.72.08 o spedire curriculum vitae a: mbc@polidesign.net

Tutte le informazioni a:
www.polidesign.net/mbc/index.htm

lunedì 14 maggio 2007

Professione creativo | Il cliente!

Marco Andrea Fichera (alias thelog)
http://www.curiositykillthecat.com/

Per un creativo esistono infinite varianti della specie “cliente”, può essere il panettiere che vuole un volantino per promuovere gli sfilatini integrali, un piccolo - medio - grande imprenditore, una multinazionale, un ente pubblico. Ma ogni cliente sta al creativo come l’uomo dai capelli a punta sta a Dilbert. Con il particolare che il fantozziano ingegnere partorito da Scott Adams lotta quotidianamente dal suo cubicolo con un solo capo. Lo scruta, l’osserva, ne impara le manie, le assurdità, fino a farne una figura da odiare, da temere, ma prevedibile. Mentre il creativo, che sia free-lance o che lavori in agenzia, ha potenzialmente infiniti superiori ai quali sottomettersi, piegando e sperperando i frutti della propria competenza.
In questo articolo tenteremo d’analizzare con metodica precisione quali siano le armi a disposizione del cliente, quali le sue caratteristiche possibili. Nel limite delle nostre possibilità tenteremo di indicare vie, se non per l’impossibile salvezza da questo eterno male, per tentar almeno di barcamenarsi con dignità e non cader in depressione.
Vorrei far notare a priori che le varianti e le armi che verranno in seguito descritte non sono da considerarsi come alternative. Nella maggior parte dei casi un cliente racchiude in se più caratteristiche e sindromi. E’ quindi altamente provabile, per esempio, aver a che fare con un cliente “uomo d’onore” e “faraone” che ha nel proprio arsenale un “grafico di fiducia”.

Rimanendo in argomento arsenali iniziamo allora ad elencare le peggiori armi a disposizione del cliente. Subdole, poiché appaiono inizialmente come positivi accadimenti, si rivelano puntualmente calamità dalla devastante potenza:


.01 - La Carta Bianca

Ogni buon progetto inizia con un corposo briefing. Può capitare che il ciente, dimostrandovi fiducia, sguinzagli la vostra creatività: i professionisti siete voi, avete carta bianca. Tutto questo, tradotto dal clientelese all’italiano, vuol semplicemente dire che egli non ha nessuna idea, ed aspetterà che voi arriviate alla fase di bozzetti esecutivi o di prototipi funzionanti (in caso di media digitali) per guardare il vostro lavoro e trarne spunto. Martellandovi con una serie di acute osservazioni: portare in basso quello che è in alto, usare il blu al posto del giallo, un carattere differente, aggiungere una sezione, eliminarne altre due. La carta bianca quindi si riduce, nella quasi totalità delle volte, nel dover rifare un progetto come vuole il cliente dopo averlo già sviluppato nel mondo appropriato.

Per questo male il consiglio è di sviluppare inizialmente in modo approssimativo, sapendo che la prima stesura sarà solo stimolo per le successive malsane trovate del cliente.

.02 - Il grafico di fiducia

Verrà il giorno nel quale chiederete il file del logo o altri materiali simili al cliente.
Ed ecco spuntare un pezzetto di carta con il nome e il cellulare del grafico di fiducia!
Se sarete fra i più fortunati questi risulterà perennemente irrintracciabile. Nel malaugurato caso in cui riusciate a parlarci il grafico di fiducia vi fornirà gentilmente file inutili o sbagliati. Nel caso peggiore egli vi sottoporrà allucinanti bozzetti, già fatti approvare dal cliente, di manufatti semplicemente irrealizzabili.
Oltre a sabotare ogni vostro tentativo di condurre in porto in modo dignitoso il vostro progetto il grafico di fiducia riuscirà alla fine a prendere tutti i meriti del lavoro svolto scaricando su di voi responsabilità di tutti i problemi (quelli di più lunga esperienza riusciranno a rendervi colpevoli agli occhi del cliente anche degli errori emersi in progetti ai quali non avete partecipato).

L’unica cosa da fare, per risparmiare tempo e arrabbiature, e quella di odiare preventivamente tutti i grafici e gli studi grafici “di fiducia”.

.03 - Il "materiale già pronto" Variante del "Grafico di fiducia"

Prima o poi qualsiasi buon professionista trova un cliente, sorridente e accomodante, che afferma di non preoccuparsi per le foto/i testi/ le animazioni poiché il materiale è già pronto. Non gioitene, perché in quel giorno vi verranno consegnati materiali assolutamente inadeguati. E alla fine del progetto il cliente si lamenterà con voi per la scarsa qualità del progetto.

Provare a obiettare, ricordando che la colpa è imputabile alla scarsa qualità del materiali forniti dal medesimo cliente, è spesso causa persa. Anzi è lesa maestà. Egli vi ricorderà che voi siete il professionista e vostro compito è lavorare in modo adeguato i materiali avuti.

.04 - La falsa illuminazione (variante del "grafico di fiducia")

All’inizio del precorso creativo il cliente “falso illuminato”, fra una proposta canonica e tradizionale ed una estrema ed innovativa, sceglie quella innovativa. Ma questo suo istintivo slancio propositivo verrà smussato ad ogni revisione del lavoro. Se d’impeto il “falso illuminato” ha optato per uscire dagli schemi, approvandovi il bozzetto più ardito ed originale, a mente fredda questi imporrà una serie di modifiche, dettate dalla sua vera natura tradizionalista (non vorrei puzzar troppo di muffa usando il termine “borghese”), che snatureranno il progetto fino a farlo precipitare nel girone del “banale” e “già visto”. Castrando irrimediabilmente ogni elemento saliente.
Ovviamente il risultato finale, essendo un mutante senz’anima, sarà sensibilmente più brutto e sgraziato del bozzetto tradizionalista che avevate proposto all’inizio…

Il modo migliore per affrontare un falso illuminato è riuscire ad intuire la sua natura e le sue intenzioni il prima possibile, dando immediatamente una sterzata decisa e netta al progetto. Snaturerete lo stesso il tutto, ma almeno avrete voi in mano il timone creativo.

.05
- La sindrome del Bar Sport


Diffusissima a tutti i livelli nel nostro paese la sindrome del bar sport, oltre a far di noi tutti dei commissari tecnici della nazionale migliori del vero commissario tecnico, fa del cliente un creativo migliore di noi creativi. Gli effetti di questa sindrome sono svariati ed imprevedibili. Quasi sempre portano a prodotti dai risvolti tragicamente ilari. Ricordo un cliente con la sindrome del bar sport che volle sul proprio sito la pagina del profilo aziendale riempita completamente di “Bla bla bla” con scritto in fondo “perché per noi non contano le parole ma i fatti”. O quello che pretendeva di avere i file di alcuni volantini per lui creati perché nella sua visione il direttore artistico del progetto era stato lui. Quindi lui era il solo detentore dei diritti di quel lavoro e io un semplice esecutore che tratteneva i file senza alcun diritto (nota: che se questi ad una revisione di bozza mi indicava di fare una cosa blu bastava farla rossa e alla successiva revisione dire in modo ammirato “vede qui, come aveva giustamente indicato lei, ho usato il rosso!” E coccolandosi nell’idea di esser un genio si auto complimentava per la propria maestria.)

Nella maggior parte dei casi l’unica via praticabile, fino a quando i creativi non riusciranno a viver d’aria, è quella di assecondare, realizzare le assurdità desiderate dal cliente, immergersi nel cattivo gusto. Prender obolo ed eventualmente non apporre firma.

.06 - La sindrome dell'uomo d'onore

Il cliente uomo d’onore ha la bocca cucita. Gli chiedete un testo introduttivo della propria attività ? Non sia mai che l’uomo d’onore si faccia sfuggire una parola. A volte l’uomo d’onore riesce a non rispondere a domande e richieste come “il numero di telefono da mettere nei contatti” o “il nome corretto del prodotto da reclamizzare”. Normalmente il cliente omertoso fa passare mesi nell’attesa di fornire materiale e dati per poi svegliarsi un giorno - incazzato come un bufalo - pretendendo di avere tutto finito entro 48 ore perché deve partecipare ad una importantissima fiera di settore.

Anche in questo caso più che ricordagli che i ritardi sono colpa sua conviene inventarsi le cose, scriversi da soli testi su aziende che non si conoscono, mettere numeri di telefono di fantasia, riempire i vuoti come meglio si riesce, consegnare, prendere i soldini per il lavoro svolto e ringraziare.

.07 - La sindrome del “più o meno” e quella del “circa”

Altra sindrome altamente diffusa. Porta il cliente ad indicare dati e misure che si rivelano lontanissime parenti dei dati e delle misure reali. Per esempio può arrivare un cliente che chiede la progettazione di una pubblicità per uno spazio di “più o meno” 15×20 cm comprato su una rivista. Scoprendo, una volta consegnato il lavoro all’editore del periodico, che lo spazio è di 11×28 cm. O di fare un preventivo per la realizzazione di un catalogo di “circa” 40 pagine e alla fine doverne impaginare 120 (con con solo i problemi di farsi riconoscere una cifra maggiore, ma anche di riuscire a schedulare tot ore in più per il progetto).

É buona regola chiedere sempre, in forma scritta, tutti i riferimenti esatti, le misure, le date di scadenza. Questo non garantisce che saranno precisi, ma almeno avrete un documento da mostrare per documentare che voi vi eravate attenuti scrupolosamente alle specifiche, sbagliate, ricevute.

.08 - La sindrome del metereopatico

Il cliente metereopatico cambia opinione con la frequenza con la quale cambia i calzini. Egli non si limita a volere oggi tondo quello che ieri aveva imposto quadrato. Di buona norma la portata dei suoi ripensamenti è proporzionale al possibile impatto. Lasciando stabili tutti i dettagli marginali e modulari egli, di volta in volta, ritiene indispensabili sezioni, capitoli, contenuti che costringono ad acrobazie stilistiche fino alla completa distruzione di una qualsiasi idea coerente nel progetto.

L’unica cosa possibile con il cliente metereopatico è aspettare. Egli, all’improvviso, un giorno deciderà che tutto è perfetto. Alcuni mettono in relazione questo suo comportamento con particolari eventi climatici. Altri ipotizzano influenze cosmiche collegando il giorno della perfezione con particolari allineamenti astrali. La mia opinione, più pragmaticamente, è che vi sia corrispondenza fra l’umore del cliente metereopatico e l’attività sessuale del medesimo nelle precedenti 24 ore.

.09 - Il cliente "uno e trino"

Senza riferimenti divini ( per quelli vedere la sindrome del faraone ) il cliente “uno e trino” è semplicemente un cliente rappresentato da più persone fisiche. Possono essere i soci di un’impresa. Un responsabile ed un suo superiore. Il capo dell’agenzia per la quale lavoriamo ed il cliente finale. Nella migliore delle ipotesi ad ogni persona-cliente corrisponde un’idea differente. Quello che piace ad uno disgusta l’altro, e ognuno impartirà direttive in contrasto le une con le altre. Nell’ipotesi peggiore è possibile trovarsi in mezzo al fuoco incrociato di due o più schieramenti in lotta.

Nel caso di idee divergenti è quasi sempre sufficiente riuscire a mediare fra le parti realizzando un piccolo “compromesso storico”. Ovviamente questo porterà a realizzare un manufatto senza mordente, ne carne ne pesce, ma sarà possibile arrivare senza grandi problemi alla fine del progetto. Nel caso di schieramenti contrapposti è altamente provabile che il progetto fallirà a causa delle ripicche e dei dispettucci dei contendenti e che a fungere da capro espiatorio sarà proprio l’incolpevole creativo.

.10 - Il cliente faraone e/o megalomane

Il cliente faraone vorrebbe costruire una piramide, spesso autocelebrativa, ogni volta che abbisogna di un fermacarte. Preso nelle sue manie di grandezza egli pensa in grande e pretende servizi, contenuti, lavorazioni semplicemente inutili allo scopo del progetto. Chiede copertine con quinta lastra e lucidatura, siti internet in quattro lingue, mail-list interattive, filmati quadrimensionali, volantini di 5 metri2.
Come gli scultori egli lavora “a mettere” o “a levare”. Nel primo caso parte da un’idea misurata e sensata per poi aggiungere, stratificare come una torta nuziale, ingigantire il progetto fino a tramutarlo in un informe e minaccioso blob. Nel secondo, variante anche chiamata del “faraone dal corto braccino”, egli chiede la progettazione del più ambizioso dei progetti per poi, spaventato dai costi di realizzazione, mutilare, azzoppare, limitare, parzializzare. Arrivando ovviamente ad un manufatto minimalista, sottodimensionato per le esigenze comunicative (ma egli ufficialmente non taglia mai, mette semplicemente “in stand by” parti che afferma verranno sviluppate più avanti).

Nella prima variante una buona progettazione modulare potrebbe riuscire a salvare l’integrità del lavoro del creativo. Bisogna però tener conto della vanità del cliente faraone, il quale potrebbe imporre contenuti al solo scopo di alimentare il culto della propria personalità. Non auguro invece a nessuno di aver a che fare con i “faraoni dal corto braccino” che dopo aver fatto realizzare la montagna per partorire il topolino sono capaci di contestare il lavoro e non pagarvi la fattura (o comunque tenteranno di rinegoziarla offrendovi 1/3 della cifra inizialmente pattuita per vostre presunte inadempienze).

.11 - L'imbianchino

Non esiste un “cliente imbianchino”, ma esistono i clienti in cerca di un imbianchino. Si tratta di clienti che per una o più cause fra quelle qui descritte si ritrovano in mano manufatti comunicativi inefficaci, incompleti, non operativi o semplicemente sbagliati. Imputando le colpe al precedente fornitore di servizi il cliente in cerca di un imbianchino vi chiederà di dare una rinfrescata al proprio sito, catalogo, filmato istituzionale. Egli non pretende un progetto nuovo, ma solo qualche ritocchino e qualche aggiustatina. Una mano di bianco e delle tendine nuove. Pretendendo purtroppo di pagarvi un decimo rispetto ai veri artisti del rullo e della pennellessa perché “il grosso del lavoro è già fatto”.

É buona norma rifiutare qualsiasi proposta che preveda la modifica o l’adattamento di fallimentari progetti altrui. Questo perché mettere le mani nel lavoro di altri porta spesso via più tempo del semplice rifare da zero, è difficile correggere le carenze strutturali, e le cifre proposte per questi interventi sono sempre minime. Conviene quindi proporre un progetto nuovo, inedito. Fare tabula rasa e tuffarsi con rinnovato spirito verso un nuovo progetto, una nuova realizzazione.
Che ovviamente sarà condannata in partenza, spacciata prima del nascere, grazie ai precisi, spietati e inevitabili interventi della costante “cliente”.

creatives are bad | pubblicità mai realizzate

image logo creativesarebad

"Troppo spinta”, “la gente non la capirà”, “mmm... non mi convince”, “poco originale” o addirittura “troppo originale”...

Quante volte, troppe volte, i creativi hanno ascoltato queste frasi dai clienti e si son visti rifiutare i propri lavori. Pubblicità frutto di lunghi brainstorming, di un amorevole studio strategico, di intuito, della creatività più estrema, di passione, dedizione, pathos.

Quante volte i creativi hanno trasgredito una delle regole principali del loro mestiere: non affezionarsi mai ad alcuno dei propri lavori

Consapevoli del fatto che le pubblicità rifiutate vivono ancora nella mente e nel cuore del pubblicitario “cattivo”, le agenzie di comunicazione italiane hanno deciso di riscattarle.

E allora…

Creatives are bad! Mostra delle pubblicità mai realizzate in Italia.

Da un'idea dell'agenzia di comunicazione integrata MTN Company, in collaborazione con Comunitàzione.it, un evento unico, frutto della collaborazione degli studi pubblicitari e di comunicazione italiani.

Allestita a Salerno a fine luglio, la seconda edizione di “Creatives are bad!” vedrà in esposizione tutte le pubblicità rifiutate e censurate, mai realizzate dalle più importanti agenzie di comunicazione italiane.

Il giusto tributo a lavori altrimenti sconosciuti.

www.creativesarebad.com