martedì 13 marzo 2007

Bando ai Bandi!

"Fuck the committees - Tibor Kalman" tratta da SDZ

Sempre in merito allo "scandalo Italiano"...facciamo il punto su come è andata...

Il concorso
Il concorso è stato bandito e gestito nella più completa mancanza di rispetto delle più elementari norme di correttezza anche se nella piena legalità, ovviamente. Riepiloghiamone i punti salienti: preselezione in base al fatturato minimo di un milione di euro nei precedenti tre anni; completa mancanza di un brief affidabile; nessun elenco delle tavole da consegnare (però qualunque fosse il numero, ciascuna tavola in 5 copie!); partecipazione non anonima; tempo per la realizzazione insufficiente (18 giorni weekend compresi); rinvio di un mese della data di consegna comunicata il giorno prima per email; una giuria di "personalità" nessuna delle quali esperta di comunicazione visiva. Di concorsi ne abbiamo visti di tutti i colori ultimamente (Regione Sardegna, Parco dell'Alta Murgia, Parco Olimpico ecc.), ma, certo, dalla Presidenza del Consiglio ci si sarebbe aspettato (avevamo la speranza almeno!) una maggiore sensibilità e attenzione verso il mondo professionale della comunicazione.

Il marchio
Sul marchio in questione realizzato dalla multinazionale del branding Landor è già stato detto tutto nei vari commenti. Sono stati sviscerati pienamente i numerosi errori che contraddicono alcune delle più elementari norme grafiche: i colori della bandiera invertiti, l'uso di quattro font diverse in sei lettere, la misteriosa macchia verde eccetera eccetera, e non c'è niente da aggiungere. C'è però un aspetto, in questa realizzazione graficamente scialba da parte di un'importantissima e capace agenzia internazionale, gravido di conseguenze. E questo aspetto è che in Italia la grafica è oggi un assoluto optional. Qualcuno pensa che Landor non sia in grado di realizzare una grafica come si deve? Semplicemente non è, per un brand designer, indispensabile. Quello che Landor vende – l'idea, la soluzione globale, la consulenza strategica – prescinde dalla sua rappresentazione e il valore di quest'ultima, in ogni caso, non è percepito dal committente.

Il ruolo del designer
E qui arriviamo un po' al nocciolo del problema. Il ruolo del graphic designer ha subito, negli ultimi venti anni, una lenta e inesorabile erosione. Quel ruolo che si definiva, fino al principio degli anni '80, di "grafico redattore", un grafico che sedeva a fianco degli amministratori pubblici a definire, non l'immagine, ma il progetto di comunicazione nel suo insieme, è stato via via occupato da consulenti, manager e commissioni. Il risultato è l'esautoramento del designer dalla scena strategica, una figura chiamata, quando va bene, a mettere in bella copia ciò che è già stato deciso da altri. E quando è un comitato, una commissione che decide il risultato può essere solamente un compromesso conservatore. Una realtà che esprimeva bene Tibor Kalman nel suo "Fuck the Committees" che la definiva "una poltiglia culturale che nessuno può odiare o amare". È un duro colpo per il nostro orgoglio professionale, così come lo è l'aver pensato che un nuovo [e da oggi forse vecchio] clima politico potesse portare ad una maggiore considerazione della comunicazione visiva.

Una proposta
Sarebbe bene, a questo punto, prendere atto della realtà e comportarsi di conseguenza. Ci permettiamo di avanzare una proposta: aboliamo l'obbligo per le amministrazioni pubbliche di indire concorsi sulla creatività. Se la Presidenza del Consiglio vuole affidare l'immagine dell'Italia alla Landor, bene! che lo faccia direttamente. Basta con i concorsi obbligati dalla legge, ma sentiti come una costrizione da aggirare in ogni modo da parte della stragrande maggioranza degli amministratori. Non è l'ora di farla finita con queste farse? Che i politici si prendano le loro responsabilità e compiano le scelte che ritengono giuste, con o senza i grafici. E quando si sceglie di fare un concorso che sia una libera scelta e siano, finalmente, applicate tutte quelle norme che garantiscono la correttezza e, soprattutto, la qualità grafica del risultato.

sdz@aiapnet.it

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