lunedì 25 febbraio 2008

Mediamorfosi | la metamorfosi dei mezzi di comunicazione di massa nell'era digitale

Il file di Log ha registrato un nuovo accesso. Un’altra persona ha
letto quello che avete scritto. Chi era, come è giunto fino a lì,
perché? Cosa ha guardato?
Un file di Log è il freddo risultato di un programma che registra
tutto quello che avviene in un sito Web. Mentre uno sconosciuto,
dal suo computer, da qualche punto del pianeta, fruga nel vostro
sito, lascia sull’host (il computer ospite) una scia come quella di una
lumaca.
Nella sua versione originale, per come viene partorito dalla macchina,
il risultato di queste visite è un insieme di cifre oscure e noiose.
Ma una volta rielaborato rivela dati dettagliati sull’audience:
numero di visitatori, luogo di provenienza, articoli letti, tempo di
permanenza, percorsi effettuati e una messe di altre informazioni.
Un mare nel quale a volte è facile perdersi, anche se naufragare a
volte suscita sentimenti di dolcezza.
La gente va e viene, come un’onda. Cerca informazioni: immagini,
testi, programmi. Cerca cose che servono, oggetti immateriali
con i quali lavorare, studiare, pensare. La gente vaga, anche per il
semplice piacere di guardare continuamente dietro l’angolo. Il clic
del mouse li porta verso un altro documento, un indirizzo, una URL:
una pagina con dentro qualcosa. Ogni link è un’associazione mentale,
ci si sposta, ci si incaglia; uno sguardo, un’idea, e via di nuovo
lungo i percorsi tracciati all’istante dal proprio immaginario o dai
propri bisogni.[...]


L’abbondanza d’informazioni, però, è una risorsa che nasconde
delle insidie. L’insidia maggiore insita nel monitoraggio dettagliato
dell’audience è il rischio di subalternità alle regole del mercato
pubblicitario. Internet rischia, come già è successo alla televisione,
di essere schiava del gradimento del pubblico, delle fredde cifre dei
file di Log e degli strumenti di misurazione che si stanno facendo
strada: più affidabili, certificati, inappellabili. Il Web, che per anni
è stato caratterizzato dall’iniziativa dal basso, dal lavoro disinteressato
di individui e comunità di vario genere, sembra aver imboccato
la strada che ha portato la TV a rinunciare al suo potenziale
emancipatorio e didattico. Ma la Rete ha anche al suo interno
una vitalità e una capacità di coinvolgimento sconosciuti agli
altri media. Internet è innanzi tutto una grande comunità e non
solo un’immensa platea. Questa prerogativa è la sua più grande
qualità, il suo sistema immunitario contro quelle malattie che
hanno portato altri mezzi di comunicazione ad appiattirsi sulla
mera ricerca di un pubblico fatto di spettatori muti che, come
delle falene, vorticano sbattendo contro il bulbo trasparente della
lampadina che racchiude la luce e al tempo stesso la nega, offrendo
un contatto ravvicinato con l’energia che continua a rimanere
al di là del vetro.[...]

...da leggere!

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