lunedì 21 gennaio 2008

Pong

mercoledì 16 gennaio 2008

ggoal | il motore di ricerca sei tu!

Ggoal, what you are looking for

Una nuova "G", un nuovo motore...ma questa volta la ricerca abbraccia il linguaggio 2.0.

"ggoal" appare come un normale motore, ma ciò che lo distingue viene fuori quanto viene interrogato per effettuare una ricerca. I risultati non sono frutto di un calcolo basato su algoritmi, ma informazioni provenienti dalla rete stessa e a renderle disponibili, fornite e suggerite sono gli utenti stessi.

La filosofia di "ggoal" è quella di rendere il motore di ricerca "umano", sia dal lato client che dal lato server, in modo da trasformare il lettore in autore, ...creativo no?
Socializzare i contenuti sembra quindi ormai una realtà assodata anche se restano ancora pareri discordi in merito ma il cambiamento si sa, ha sempre spaventato ma apre le porte alle sfide, ed è questo il fascino..

Wikipedia ha funzionato, "ggoal"?
Saremo noi a decretarne le sorti...ma una nota di merito, almeno, va al marchio made in italy del prodotto.

www.ggoal.com



martedì 15 gennaio 2008

Aumentare le visite di un blog: l'aggregazione in network sarà il futuro della blogosfera ?

webmasterpoint.org


Approfondiamo il concetto di “Coda Lunga” (The Long Tail) applicata nella vita reale e in quella dei blogger.
Per Coda Lunga s’intende quegli eventi poco frequenti o di bassa ampiezza (la Coda Lunga, rappresentata dalla porzione arancione della curva) che possono cumulativamente superare in numero o in importanza la porzione iniziale della curva (in rosso), di modo che presi tutti insieme rappresentano la maggioranza. Questo vuol dire che i prodotti a bassa richiesta o con ridotti volumi di vendita possono collettivamente occupare una quota di mercato equivalente o superiore a quella dei pochi bestseller o blockbuster.

La teoria di Chris Anderson

Chris Anderson, direttore di “Wired, nell’Ottobre del 2004 ha evidenziato la questione nel suo blog (dopo un articolo scritto sulla rivista) integrato poi fino a diventare il libro “The long tail. Why the future of business is selling less of more”, Hyperion, New York, 2006.

“In un’era senza i limiti degli scaffali reali e di altri colli di bottiglia della distribuzione, i beni e i servizi destinati a pochi clienti potenziali possono diventare economicamente interessanti. Quando ai consumatori si offre una scelta infinita appare il vero volto della domanda. Si può constatare che c’è una concentrazione di prodotti star minore di quello che pensiamo. Le persone arrivano fino a piccole nicchie di offerta perchè rispondono meglio alle loro esigenze”.

Ovviamente, solo con l’avvento di Internet, è stato possibile (grazie alla drastica riduzione dei costi di immagazzinamento, distribuzione, trade marketing, pubblicità e comunicazione esterna) rendere economicamente conveniente, per un’azienda, offrire piccoli volumi di prodotti o servizi perchè “la scelta senza fine crea la domanda illimitata”.

Il business della coda lunga è una teoria organizzativa, che riconosce alle nuove tecnologie il maggiore peso tra le variabili organizzative e gestionali. Inverte l’approccio tradizionale, basato su un piccolo assortimento con vendite di massa di ogni prodotto.

La Coda Lunga di Wikipedia e Amazon

Lo studio della Coda Lunga, contrariamente a quanto possa sembrare, non è comunque così semplice e va condotto con estrema attenzione. Innanzitutto ci sono due parametri principali da tenere in considerazione, gli stessi che sono alla base della teoria di Chris Anderson: abbondanza e varietà. Difficilmente, invece, in un blog oppure un sito tradizionale si riscontrano queste due caratteristiche (abbondanza e varietà), ma queste, invece, sono presenti, nei grandi portali o motori di ricerca.
Infatti, come è noto, alcune delle aziende internet devono il loro successo allo sfruttamento del principio della Coda Lunga nel loro modello economico. Tra le grandi compagnie spiccano eBay (aste), Yahoo! e Google (motori di ricerca), Amazon (vendita al dettaglio) e iTunes Store (musica e podcast), seguite da imprese minori quali Audible (audiolibri) and Netflix (videonoleggio).

Nel caso specifico di Amazon il baricentro si trova in categorie specifiche di prodotti come ad esempio i libri. Questo tipo di prodotto ha una caratteristica fondamentale: la varietà tematica, che in un vasto catalogo genera di conseguenza l’effetto Coda Lunga grazie alla sua presenza nei motori di ricerca.

Una altro esempio di Coda Lunga, si può trarre dall’enorme successo dell’enciclopedia Wikipedia, pubblicata dagli utenti della rete, che conta un grande numero di voci di bassa popolarità, che collettivamente generano piú traffico rispetto al numero limitato di voci molto popolari presenti in una enciclopedia convenzionale come la Encyclopædia Britannica.

Nel caso di Wikipedia, poi, il fatto che i contenuti non si basino su alcuna tipologia di prodotto e si snodino attorno a nuclei tematici determina una Coda Lunga ancora più consistente ha creato il presupposto del suo successo. C’è da dire, però che parlare di presenza sui motori di ricerca per Wikipedia sarebbe riduttivo, perché è molto più appropriato ricorrere al termine “onnipresenza”. Sia nel caso di ricerche con parole chiave singole, che con espressioni più articolate, infatti, Wikipedia compare sempre fra le prime posizioni!
La Coda Lunga dei piccoli blogger e della blogosfera nel suo insieme

Se in Amazon e Wikipedia si riscontrano, senza troppe difficoltà, caratteristiche come abbondanza e varietà, è altrettanto vero che difficilmente, invece, in un blog oppure in un sito tradizionale si riscontrano questi due parametri. Spesso infatti si consiglia ai blogger di focalizzarsi su un determinato tema, e quindi alla varietà si sostituisce inevitabilmente la specificità, che di certo non crea code lunghe, piuttosto delle variazioni sullo stesso tema nelle chiavi di ricerca.
Il fatto comunque che i blog si aggiornino di frequente e che utilizzino un linguaggio più immediato rispetto a quello impiegato nei siti statici, quindi conseguentemente più in linea con quello dell’utenza, lascia supporre che col tempo anche gli stessi blog potranno trarre benefici dallo studio della loro Coda Lunga.

Blogosfera

Ma, se prendiamo la Blogosfera nel suo insieme, c’è da dire che, invece, il fenomeno di Coda Lunga si può facilmente riscotrare perché essa è è piena di un gran numero di blog che non sono per niente facili da scoprire. La possibilità, cioé, che un navigatore capiti su uno di questi blog che fanno parte della Coda Lunga, è praticamente uguale a zero. Ma nel totale questi superano di gran lunga il numero di blogger importanti tanto che, a volte (e a dire il vero anche inaspettatamente), possono risultare più influenti dei blogger famosi (blogstar). Ed è proprio il concetto di Coda Lunga che ha permesso, adesso come in passato, di generare un fiorire di creatività in tutti i campi dell’ingegno umano.

Difficilmente, però, un blog raggiunge le dimensione di un gran portale; oggi i blog stanno proliferando a dismisura ma continuano ad essere microrealtà tra loro isolate in termini di mercato.

In un futuro non troppo lontano penso che assisteremo, però, a raggruppamenti di blogger che, sotto la voce nanopublishing (una sorta di mix tra blog/social-media/giornali), saranno in grado di competere con grosse realtà come i giornali online, in grado di trarre “reali” vantaggi dalla Coda Lunga (cosa che del resto i giornali hanno già capito e stanno già iniziando a sfruttare a loro vantaggio alleandosi con i blog)

Ed è forse solo grazie alla protezione della Blogosfera e del nanopublishing che, quindi tutti abbiamo potuto acquisire una voce: se apriamo un blog forse siamo letti o forse no, forse diverremo famosi oppure rimarremo sconosciuti, ma il punto non è la gente che ci legge è che la Coda Lunga permette a tutti di parlare col blog. Ed è anche questo il motivo per cui si crea un blog: diffondere le prioprie idee.

lunedì 7 gennaio 2008

Gratis? No grazie!

dal blog di napolux.com riporto un tragi-comico post il primo del 2008 per enjob. enzine...augurando a tutti quelli che si ritrovano in questa situazione un cambiamento verso il valore e il rispetto del proprio lavoro e del proprio tempo.


Perchè io valgo (cit.)


"Mai fare assistenza tecnica gratuita.

Chi lavora in ambito informatico lo sa. Amici, parenti, vicini di casa, passanti e animali domestici si rivolgono a noi pretendendo supporto tecnico in ogni momento della giornata: “il computer non va”, “mi scarichi il tal file?”. Gratis.

Ecco alcuni buoni motivi per non fornire mai assistenza tecnica gratuita a chicchessìa (tranne la propria ragazza, lei ha il bonus speciale):

  • Il giorno sul pianeta Terra è di 24 ore
    Veniamo chiamati di notte, di giorno, durante il lavoro, quando siamo in bagno, al mare, in montagna… Ogni momento è buono per “aspetta che chiedo a X, lui di sicuro lo sa”
  • Sei responsabile di qualunque cosa tu tocchi, per tutti i secoli dei secoli
    Sistemare un qualunque minuscolo componente ti rende responsabile di qualunque evento, fortuito o no, possa capitare al computer su cui hai messo mano. Si fonde l’hard-disk di un pc sistemato anni fa? Arriva la telefonata: “oh, il computer non va, non è che hai toccato qualcosa quando hai sistemato il pezzo XYZ?”
  • Ci si aspetta che tu conosca ogni applicazione mai creata dal genere umano
    Saper usare un computer ti rende (agli occhi del tuo “cliente”) capace di qualsiasi cosa. Non importa che l’applicazione sia stata sviluppata ad hoc per il tuo amico da un team di drogati indiani. Tu devi per forza saperla usare. Alla perfezione. Pena sguardi alla “povero pirla, è così facile, DEVI per forza conoscerla”
  • Non c’è limite alle richieste
    Dalla pulizia del mouse al montaggio di centrali nucleari casalinghe… Beh, non c’è limite alle richieste. A casa mia ogni cosa che monti un chip (lavastoviglie, phon, videoregistratore) è di mia competenza
  • I tuoi servigi e le tue competenze saranno sottovalutate
    Lavori gratis, le tue competenze sono di basso profilo, tu sei di basso profilo. Chi invece prende 100 euro all’ora e fa le stesse cose che magari fai tu per i tuoi amici senza chiedere un euro viene visto come un semi-dio dagli stessi amici che poi aiuti nel tuo (poco) tempo libero
  • Ci sono sempre costi nascosti
    Non prendi soldi, ma di sicuro ne spendi. Senza scomodare la classica “il tempo è denaro” ci sono sempre dei costi nell’assistenza gratuita: telefonate, benzina per gli spostamenti…
  • C’è chi sfrutterà le tue competenze per far soldi / migliorarsi / farti le scarpe Capita a tutti. A volte fa rosicare. Di brutto.


    Nonostante tutto noi informatici siamo un po’ così. Una mano la diamo sempre, anche agli sconosciuti. Sarà masochismo, sarà altruismo, sarà scemenza. Che ci volete fare"



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