mercoledì 28 marzo 2007

"Legge Stanca" | l'informazione prima di tutto!

Legge n. 4 del 9 gennaio 2004
Disposizioni per favorire l'accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici
(G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004)
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La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato;
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Promulga
la seguente legge:
Disposizioni per favorire l'accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici
Art. 1
(Obiettivi e finalità)
1. La Repubblica riconosce e tutela il diritto di ogni persona ad accedere a tutte le fonti di
informazione e ai relativi servizi, ivi compresi quelli che si articolano attraverso gli strumenti
informatici e telematici.
2. È tutelato e garantito, in particolare, il diritto di accesso ai servizi informatici e telematici della
pubblica amministrazione e ai servizi di pubblica utilità da parte delle persone disabili, in
ottemperanza al principio di uguaglianza ai sensi dell'articolo 3 della Costituzione.
Art. 2
(Definizioni)
1. Ai fini della presente legge, si intende per:
a) «accessibilità»: la capacità dei sistemi informatici, nelle forme e nei limiti consentiti dalle
conoscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni,
anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistive o
configurazioni particolari;
b) «tecnologie assistive»: gli strumenti e le soluzioni tecniche, hardware e software, che
permettono alla persona disabile, superando o riducendo le condizioni di svantaggio, di accedere
alle informazioni e ai servizi erogati dai sistemi informatici.
Art. 3
(Soggetti erogatori)
1. La presente legge si applica alle pubbliche amministrazioni di cui al comma 2 dell'articolo 1 del
decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, agli enti pubblici economici, alle aziende private concessionarie di servizi pubblici, alle aziende municipalizzate regionali, agli enti di assistenza e di riabilitazione pubblici, alle aziende di trasporto e di telecomunicazione a prevalente partecipazione di capitale pubblico e alle aziende appaltatrici di servizi informatici.
2. Le disposizioni della presente legge in ordine agli obblighi per l'accessibilità non si applicano ai
sistemi informatici destinati ad essere fruiti da gruppi di utenti dei quali, per disposizione di legge, non possono fare parte persone disabili.
Art. 4
(Obblighi per l'accessibilità)
1. Nelle procedure svolte dai soggetti di cui all'articolo 3, comma 1, per l'acquisto di beni e per la
fornitura di servizi informatici, i requisiti di accessibilità stabiliti con il decreto di cui all'articolo 11 costituiscono motivo di preferenza a parità di ogni altra condizione nella valutazione dell'offerta tecnica, tenuto conto della destinazione del bene o del servizio. La mancata considerazione dei requisiti di accessibilità o l'eventuale acquisizione di beni o fornitura di servizi non accessibili è adeguatamente motivata.
2. I soggetti di cui all'articolo 3, comma 1, non possono stipulare, a pena di nullità, contratti per la
realizzazione e la modifica di siti INTERNET quando non è previsto che essi rispettino i requisiti di accessibilità stabiliti dal decreto di cui all'articolo 11. I contratti in essere alla data di entrata in
vigore del decreto di cui all'articolo 11, in caso di rinnovo, modifica o novazione, sono adeguati, a
pena di nullità, alle disposizioni della presente legge circa il rispetto dei requisiti di accessibilità, con l'obiettivo di realizzare tale adeguamento entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del
medesimo decreto.
3. La concessione di contributi pubblici a soggetti privati per l'acquisto di beni e servizi informatici destinati all'utilizzo da parte di lavoratori disabili o del pubblico, anche per la predisposizione di postazioni di telelavoro, è subordinata alla rispondenza di tali beni e servizi ai requisiti di accessibilità stabiliti dal decreto di cui all'articolo 11.
4. I datori di lavoro pubblici e privati pongono a disposizione del dipendente disabile la
strumentazione hardware e software e la tecnologia assistiva adeguata alla specifica disabilità,
anche in caso di telelavoro, in relazione alle mansioni effettivamente svolte. Ai datori di lavoro
privati si applica la disposizione di cui all'articolo 13, comma 1, lettera c), della legge 12 marzo
1999, n. 68.
5. I datori di lavoro pubblici provvedono all'attuazione del comma 4, nell'ambito delle disponibilità di bilancio.
Art. 5
(Accessibilità degli strumenti didattici e formativi)
1. Le disposizioni della presente legge si applicano, altresì, al materiale formativo e didattico
utilizzato nelle scuole di ogni ordine e grado.
2. Le convenzioni stipulate tra il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e le
associazioni di editori per la fornitura di libri alle biblioteche scolastiche prevedono sempre la
fornitura di copie su supporto digitale degli strumenti didattici fondamentali, accessibili agli alunni disabili e agli insegnanti di sostegno, nell'ambito delle disponibilità di bilancio.
Art. 6
(Verifica dell'accessibilità su richiesta)
1. La Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie valuta su richiesta l'accessibilità dei siti INTERNET o del materiale informatico prodotto da soggetti diversi da quelli di cui all'articolo 3.
2. Con il regolamento di cui all'articolo 10 sono individuati:
a) le modalità con cui può essere richiesta la valutazione;
b) i criteri per la eventuale partecipazione del richiedente ai costi dell'operazione;
c) il marchio o logo con cui è reso manifesto il possesso del requisito dell'accessibilità;
d) le modalità con cui può essere verificato il permanere del requisito stesso.
Art. 7
(Compiti amministrativi)
1. La Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie, anche
avvalendosi del Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione di cui all'articolo 4, comma 1, del decreto legislativo 12 febbraio 1993, n. 39, come sostituito dall'articolo 176 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196:
a) effettua il monitoraggio dell'attuazione della presente legge;
b) vigila sul rispetto da parte delle amministrazioni statali delle disposizioni della presente legge;
c) indica i soggetti, pubblici o privati, che, oltre ad avere rispettato i requisiti tecnici indicati dal
decreto di cui all'articolo 11, si sono anche meritoriamente distinti per l'impegno nel perseguire le
finalità indicate dalla presente legge;
d) promuove, di concerto con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, progetti, iniziative e
programmi finalizzati al miglioramento e alla diffusione delle tecnologie assistive e per
l'accessibilità;
e) promuove, con le altre amministrazioni interessate, sentita la Conferenza permanente per i
rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, l'erogazione di
finanziamenti finalizzati alla diffusione tra i disabili delle tecnologie assistive e degli strumenti
informatici dotati di configurazioni particolari e al sostegno di progetti di ricerca nel campo
dell'innovazione tecnologica per la vita indipendente e le pari opportunità dei disabili;
f) favorisce, di concerto con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e con il Ministro per le
pari opportunità, lo scambio di esperienze e di proposte fra associazioni di disabili, associazioni di
sviluppatori competenti in materia di accessibilità, amministrazioni pubbliche, operatori economici e fornitori di hardware e software, anche per la proposta di nuove iniziative;
g) promuove, di concerto con i Ministeri dell'istruzione, dell'università e della ricerca e per i beni e le attività culturali, iniziative per favorire l'accessibilità alle opere multimediali, anche attraverso specifici progetti di ricerca e sperimentazione con il coinvolgimento delle associazioni delle persone disabili; sulla base dei risultati delle sperimentazioni sono indicate, con decreto emanato di intesa dai Ministri interessati, le regole tecniche per l'accessibilità alle opere multimediali;
h) definisce, di concerto con il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio
dei ministri, gli obiettivi di accessibilità delle pubbliche amministrazioni nello sviluppo dei sistemi
informatici, nonchè l'introduzione delle problematiche relative all'accessibilità nei programmi di
formazione del personale.
2. Le regioni, le province autonome e gli enti locali vigilano sull'attuazione da parte dei propri uffici delle disposizioni della presente legge.
Art. 8
(Formazione)
1. Le amministrazioni di cui all'articolo 3, comma 1, nell'ambito delle attività di cui al comma 4
dell'articolo 7 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, nonché dei corsi di formazione
organizzati dalla Scuola superiore della pubblica amministrazione, e nell'ambito delle attività per
l'alfabetizzazione informatica dei pubblici dipendenti di cui all'articolo 27, comma 8, lettera g), della legge 16 gennaio 2003, n. 3, inseriscono tra le materie di studio a carattere fondamentale le
problematiche relative all'accessibilità e alle tecnologie assistive.
2. La formazione professionale di cui al comma 1 è effettuata con tecnologie accessibili.
3. Le amministrazioni di cui all'articolo 3, comma 1, nell'ambito delle disponibilità di bilancio,
predispongono corsi di aggiornamento professionale sull'accessibilità.
Art. 9
(Responsabilità)
1. L'inosservanza delle disposizioni della presente legge comporta responsabilità dirigenziale e
responsabilità disciplinare ai sensi degli articoli 21 e 55 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.
165, ferme restando le eventuali responsabilità penali e civili previste dalle norme vigenti.
Art. 10
(Regolamento di attuazione)
1. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, con regolamento
emanato ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono definiti:
a) i criteri e i princìpi operativi e organizzativi generali per l'accessibilità;
b) i contenuti di cui all'articolo 6, comma 2;
c) i controlli esercitabili sugli operatori privati che hanno reso nota l'accessibilità dei propri siti e
delle proprie applicazioni informatiche;
d) i controlli esercitabili sui soggetti di cui all'articolo 3, comma 1.
2. Il regolamento di cui al comma 1 è adottato previa consultazione con le associazioni delle
persone disabili maggiormente rappresentative, con le associazioni di sviluppatori competenti in
materia di accessibilità e di produttori di hardware e software e previa acquisizione del parere delle competenti Commissioni parlamentari, che devono pronunciarsi entro quarantacinque giorni dalla richiesta, e d'intesa con la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.
Art. 11
(Requisiti tecnici)
1. Entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge il Ministro per
l'innovazione e le tecnologie, consultate le associazioni delle persone disabili maggiormente
rappresentative, con proprio decreto stabilisce, nel rispetto dei criteri e dei princìpi indicati dal
regolamento di cui all'articolo 10:
a) le linee guida recanti i requisiti tecnici e i diversi livelli per l'accessibilità;
b) le metodologie tecniche per la verifica dell'accessibilità dei siti INTERNET, nonchè i programmi di valutazione assistita utilizzabili a tale fine.
Art. 12
(Normative internazionali)
1. Il regolamento di cui all'articolo 10 e il decreto di cui all'articolo 11 sono emanati osservando le
linee guida indicate nelle comunicazioni, nelle raccomandazioni e nelle direttive sull'accessibilità
dell'Unione europea, nonchè nelle normative internazionalmente riconosciute e tenendo conto degli indirizzi forniti dagli organismi pubblici e privati, anche internazionali, operanti nel settore.
2. Il decreto di cui all'articolo 11 è periodicamente aggiornato, con la medesima procedura, per il
tempestivo recepimento delle modifiche delle normative di cui al comma 1 e delle innovazioni
tecnologiche nel frattempo intervenute.
La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sarà inserita nella Raccolta ufficiale degli atti
normativi della Repubblica Italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla
osservare come legge dello Stato.

Data a Roma, addì 9 gennaio 2004
CIAMPI
Berlusconi
, Presidente del Consiglio dei Ministri
Stanca, Ministro per l'innovazione e le tecnologie
Visto, il Guardasigilli: Castelli

giovedì 15 marzo 2007

...un vestito nuovo per L'Esprit Nouveau

Questa volta il sito è semplice e vivace, abbandona tutti gli optionals che spesso distolgono l'attenzione dal messaggio che si intende comunicare.

Punta su ciò che lo studio offre alla sua clientela:

- brand management e marketing
- grafica creativa e di comunicazione
(studio d'immagine e immagine coordinata, logotipi, marchi, depliant, broschure, cataloghi e tutto ciò che concerne la promozione pubblicitaria e di editoria)
- web marketing
- progettazione e sviluppo siti internet ( dalla vetrina al sito e-commerce)

Ulteriori informazioni e contatti
studio grafico & web agency L'Esprit Nouveau
www.espritnouveau.com
project@espritnouveau.com

martedì 13 marzo 2007

IT | primi risultati

"News" tratta da AIAP

La Lettera aperta/petizione (promossa da Aiap, SocialDesignZine, Progetto Grafico, Ministero della grafica) che chiede di ripensare la scelta del marchio "it" è stata sottoscritta da oltre 3200 firme ed è stata consegnata al ministro Francesco Rutelli e al presidente della Commissione Cultura Pietro Folena. Dopo l'incontro di ieri alla Camera dei Deputati di una delegazione dell'Aiap con l'onorevole Giuseppe Giulietti, ci sono già alcuni risultati significativi. Stamattina, in Commissione cultura, l'onorevole Giulietti ha avanzato formale richiesta di chiarimenti in merito alla gestione e ai risultati del concorso che ha portato alla selezione del nuovo marchio turistico dell'Italia, sottolineando la necessità di ascoltare la voce di un'associazione rappresentativa del mondo della comunicazione visiva come l'Aiap. Il presidente Pietro Folena ha condiviso le osservazioni di Giulietti invitando ad una audizione l'Aiap.

www.aiap.it

Bando ai Bandi!

"Fuck the committees - Tibor Kalman" tratta da SDZ

Sempre in merito allo "scandalo Italiano"...facciamo il punto su come è andata...

Il concorso
Il concorso è stato bandito e gestito nella più completa mancanza di rispetto delle più elementari norme di correttezza anche se nella piena legalità, ovviamente. Riepiloghiamone i punti salienti: preselezione in base al fatturato minimo di un milione di euro nei precedenti tre anni; completa mancanza di un brief affidabile; nessun elenco delle tavole da consegnare (però qualunque fosse il numero, ciascuna tavola in 5 copie!); partecipazione non anonima; tempo per la realizzazione insufficiente (18 giorni weekend compresi); rinvio di un mese della data di consegna comunicata il giorno prima per email; una giuria di "personalità" nessuna delle quali esperta di comunicazione visiva. Di concorsi ne abbiamo visti di tutti i colori ultimamente (Regione Sardegna, Parco dell'Alta Murgia, Parco Olimpico ecc.), ma, certo, dalla Presidenza del Consiglio ci si sarebbe aspettato (avevamo la speranza almeno!) una maggiore sensibilità e attenzione verso il mondo professionale della comunicazione.

Il marchio
Sul marchio in questione realizzato dalla multinazionale del branding Landor è già stato detto tutto nei vari commenti. Sono stati sviscerati pienamente i numerosi errori che contraddicono alcune delle più elementari norme grafiche: i colori della bandiera invertiti, l'uso di quattro font diverse in sei lettere, la misteriosa macchia verde eccetera eccetera, e non c'è niente da aggiungere. C'è però un aspetto, in questa realizzazione graficamente scialba da parte di un'importantissima e capace agenzia internazionale, gravido di conseguenze. E questo aspetto è che in Italia la grafica è oggi un assoluto optional. Qualcuno pensa che Landor non sia in grado di realizzare una grafica come si deve? Semplicemente non è, per un brand designer, indispensabile. Quello che Landor vende – l'idea, la soluzione globale, la consulenza strategica – prescinde dalla sua rappresentazione e il valore di quest'ultima, in ogni caso, non è percepito dal committente.

Il ruolo del designer
E qui arriviamo un po' al nocciolo del problema. Il ruolo del graphic designer ha subito, negli ultimi venti anni, una lenta e inesorabile erosione. Quel ruolo che si definiva, fino al principio degli anni '80, di "grafico redattore", un grafico che sedeva a fianco degli amministratori pubblici a definire, non l'immagine, ma il progetto di comunicazione nel suo insieme, è stato via via occupato da consulenti, manager e commissioni. Il risultato è l'esautoramento del designer dalla scena strategica, una figura chiamata, quando va bene, a mettere in bella copia ciò che è già stato deciso da altri. E quando è un comitato, una commissione che decide il risultato può essere solamente un compromesso conservatore. Una realtà che esprimeva bene Tibor Kalman nel suo "Fuck the Committees" che la definiva "una poltiglia culturale che nessuno può odiare o amare". È un duro colpo per il nostro orgoglio professionale, così come lo è l'aver pensato che un nuovo [e da oggi forse vecchio] clima politico potesse portare ad una maggiore considerazione della comunicazione visiva.

Una proposta
Sarebbe bene, a questo punto, prendere atto della realtà e comportarsi di conseguenza. Ci permettiamo di avanzare una proposta: aboliamo l'obbligo per le amministrazioni pubbliche di indire concorsi sulla creatività. Se la Presidenza del Consiglio vuole affidare l'immagine dell'Italia alla Landor, bene! che lo faccia direttamente. Basta con i concorsi obbligati dalla legge, ma sentiti come una costrizione da aggirare in ogni modo da parte della stragrande maggioranza degli amministratori. Non è l'ora di farla finita con queste farse? Che i politici si prendano le loro responsabilità e compiano le scelte che ritengono giuste, con o senza i grafici. E quando si sceglie di fare un concorso che sia una libera scelta e siano, finalmente, applicate tutte quelle norme che garantiscono la correttezza e, soprattutto, la qualità grafica del risultato.

sdz@aiapnet.it

giovedì 8 marzo 2007

..."Il cielo è leggero però non è vuoto!"...


E in quanto donna...mi prendo il "mio" spazio, fecendomi gli auguri da sola e dedicando a tutte le donne: "le donne lo sanno" di Ligabue!
"Le donne lo sanno c'è poco da fare c'è solo da mettersi in pari col cuore lo sanno da sempre lo sanno comunque per prime
le donne lo sanno che cosa ci vuole le donne che sanno da dove si viene e sanno per qualche motivo che basta vedere
e quelle che sanno spiegarti l'amore o provano almeno a strappartelo fuori e quelle che mancano sanno mancare e fare più male
possono ballare un po' di più possono sentir girar la testa possono sentire un po' di più un po' di più
le donne lo sanno chi paga davvero lo sanno da prima quand'è primavera o forse rimangono pronte è il tempo che gira
le donne lo sanno com'è che son donne e sanno sia dove sia come sia quando lo sanno da sempre di cosa stavamo parlando
e quelle che sanno spiegarti l'amore o provano almeno a strappartelo fuori e quelle che mancano sanno mancare e fare più male
vogliono ballare un po' di più vogliono sentir girar la testa vogliono sentire un po' di più un po' di più possono ballare un po' di più possono sentir girar la testa possono sentire un po' di più un po' di più
al limite del piacere al limite dell'orrore conoscono posti in cui non vai non vai
le donne lo sanno che niente è perduto che il cielo è leggero però non è vuoto le donne lo sanno le donne l'han sempre saputo
vogliono ballare un po' di più vogliono sentir girar la testa vogliono sentire un po' di più un po' di più al limite del dolore al limire dell'amore conoscono voci che non sai non sai non sai"

mercoledì 7 marzo 2007

ITalia | il paese di qualità

E' una questione di coscienza e amore per la professione, che colgo nuovamente l'occasione per parlare dell'ormai ridicola questione IT.

Iniziamo a parlare di cifre:

Il sito da quarantacinque milioni di euro
dal blog "scandalo italiano"

..."Il Portale Nazionale del Turismo è coperto da un finanziamento complessivo di 45 milioni di €, di cui 20 milioni destinati allo sviluppo, gestione e alla creazione dei contenuti nei prossimi anni, e di 25 milioni di € di co-finanziamento delle Regioni per accrescere il loro impegno su questo fronte. In particolare, dei 20 milioni di € la parte preponderante, com'è caratteristica di queste iniziative, non è data da quella tecnologica, ma dall'aspetto redazionale, dalla traduzione linguistica in otto idiomi, dall'aggiornamento continuo dei contenuti e dalla compagna di promozione in tutto il mondo nei prossimi anni" (da un comunicato del Ministero per l'innovazione, 2005)...

Per la creazione del logo sono stati stanziati 100 mila euro; è in atto una forte polemica da parte del mondo grafico anche sull'assegnazione del progetto, finito nelle mani di un 'agenzia straniera.

E su questo non credo ci siano altre parole da scrivere...

Proseguiamo con ciò che più offende il mondo creativo e quello della comunicazione:

IL LOGO

Mettiamo per assurdo che 100 mila euro siano anche ben spesi per un logotipo rappresentativo di una nazione nel mondo, che siano ben spesi per uno slogan pubblicitario mirato ed efficace e supponiamo anche, che l'agenzia alla quale è stato commissionato il progetto sia piena di gente simpaticissima, ma alla luce del risulato e nonostante la bella e pittoresca descrizione fatta probabilmente da un astuto copywriter, mi sembra difficile pensare che dietro ciò che è stato partorito ci sia uno "studio"...e ho detto mi sembra!!!

Analizziamolo:

Dopo lo studio progettuale e prese tutte le informazioni su ciò che si andrà a fare, ci si sforza per avere il lampo di genio...l'idea...che non dev'essere perforza strabiliante solo perchè ti pagano una follia ma calzare perfettamente al soggetto, che in questo caso è L'Italia, conferendogli personalità ed evidenziandone le peculiarità.

E il lampo di genio a mio parere c'è stato...riprendere qualcosa che già esisteva, come il logo del partito spagnolo della sinistra estrema Izquierda Unida. Vedete un po'...

Ma andiamo oltre non soffermiamoci su queste cose, magari i tempi erano stretti e trovare l'idea originale distoglieva troppo da questioni più importanti da risolvere, come fare bella figura rappresentandoci nel nostro tricolore.

Avete presente la bandiera? Beh! tutti gli Italiani dovrebbero conoscerla, ma anche e soprattutto chi si deve prendere la briga di rappresentarci nel MONDO con un marchio...e se si chiama marchio è perchè "mò to o tieni!"

La nostra bandiera, "il tricolre", è in ordine, verde, bianco e rosso e non credo che si possano comporre a piacere...non ci crederete il logo "malandrino" ha esattamente i colori al contrario..."ssssssssssss", zitti, ... magari siamo in pochi ad averlo notato!!!

E ci sarebbero altre cose da segnalare, come la cozzaglia di font utilizzati per il logo del portale (www.italia.it), qualcosa che va fuori ogni regola elementare di grafica e tipografia, ma questo può essere giustificato come vezzo e originalità...magari quella che non c'è stata per la scelta grafica...
Lo slogan "il paese di qualità" ha pure il suo bel perchè...ma basta!
No, non mi riconosco proprio in quest'immagine che sta facendo il giro del mondo e non accetto che il nostro "bel paese" diventi oggetto dell'ennesima barzelletta, bisognerebbe chiedere giustificazioni per l'operato e per le scelte fatte, ma soprattutto...ri-pensarci!

Roberta Voiglio

Per maggiori informazioni:
http://scandaloitaliano.wordpress.com/

Never Hide | Mettici la faccia!

"Di star e celebrità ne vediamo ogni giorno: ora tocca a te"
Questo è lo slogan della nuova campagna pubblicitaria del celebre marchio Ray-Ban, che ci invita a caricare tramite il loro sito, una nostra foto con indosso un paio di occhiali ... chiaramente i loro (non quelli comprati all'Autogrill, non barate!) per essere proiettati su 11 schermi in Time Square dall'8 al 13 marzo 2007.

Bella trovata, sia dal punto di vista del marketing che da quello pubblicitario; quanti andranno a rispolverare i vecchi occchiali, e quanti magari correranno dall'ottico per comprarne un paio nuovi di zecca per avere il faccione sugli schermi al posto di quello di Brad Pitt?...e i pubblicitari che si occupano della campagna? Son li che saltellano di gioia proprio perchè non devono pagare proprio al buon Bred il solito onorario, come si dice "due piccioni con una fava"...una fava, appunto!...ma vuoi mettere la gloria?

Quindi dai, una bella foto e via!
www.ray-ban.com

Roberta Voiglio

martedì 6 marzo 2007

Omaggio alla "Linea"

Immagine tratta da motiongraphics, tutti i diritti riservati

E' giunta voce della recente morte di Osvaldo Cavandoli, e per chi non abituato al "carosello" prima della nanna sarà difficile che il nome
richiami alla mente il "signor linea".

1976 Testimonials delle pentole Lagostina, il Signor Linea era davvero un "personaggio", non solo perchè creato dalla geniale creatività di Osvaldo ma anche perche "Linea", aveva un crattere tutto suo...e per chi in questo momento ricorda le sue avventure sa benissimo di cosa sto parlando.
Linguaggio divertente, incomprensibile ma efficacemente comunicativo, irascibile e quasi sempre incazzato... forse perchè la sua vita era "appesa ad una linea" e in balia della mano che lo metteva difronte ad ostacoli; ma che diveniva provvidenza per tirarlo fuori dai guai.

Il cartoonist ha saputo creare un personaggio senza tempo, nella sua semplicità e immediatezza è quanto mai attuale; un vero esempio di grafica creativa.

Ciao Osvaldo!

Roberta Voiglio

Ricordiamoci insieme delle avventure del Signor Linea
http://www.motiongraphics.it/2007/01/19/la-linea-di-osvaldo-cavandoli/

venerdì 2 marzo 2007

Le Corbusier (1987-1965) architetto - designer - artista

Le Corbusier è il nome d'arte scelto da Charles-Edouard Jeanneret, designer, architetto, scultore, pittore, scrittore, e teorico, è nato in Svizzera nella città di La Chaux-de-Fonds.

Nel 1906 detuttacon la realizzazione della villa Fallet, che costruisce nella città nativa.

Nel 1918 entra in contatto con il pittore Amédée Ozenfant e altri artisti come Braque, Juan Gris e Picasso.
Nasce una esposizione comune dei loro quadri alla galleria Thomas e la fondazione, nel 1919, della rivista "L´Esprit Nouveau", rivista dell´Attivitá Contemporanea che esce fino al 1925 e nei cui articoli adotta per la prima volta lo pseudonimo Le Corbusier.


Nel 1925 presenta all’Exposition Internationale des Arts Décoratifs di Parigi il Padiglione dell’Esprit Nouveau, un progetto basato sulla sinergia fra il design architettonico e la pittura che venne in seguito considerato uno dei capolavori dell’architettura moderna.

Intorno al 1928, lavora con Pierre Jeanneret e Charlotte Perriand creando una serie di articoli d'arredo realizzati in metallo che divengono immediatamente riconosciuti come classici, fra cui la famosa poltrona estendibile chiamata Chaise Longue, realizzata nel 1929.Nel 1929 realizza la Ville Savoye a Passy.


Nel 1930 il primo piano di studio per l'urbanizzazione della città di Algeri ed il progetto per il padiglione svizzero dell'universitarià di Parigi.Tra il 1932 ed il 1933 progetta e realizza a Parigi l'albergo-rifugio per l'esercito della salvezza mettendo in pratica un primo tentativo di impianto di aria condizionata.

Nel 1938 pubblica il progetto per la Ville Radieuse, il piano urbanistico per Nemours, il progetto per il grattacielo Cartesiano e il piano per Buenos-Aires.

Nel 1940, chiude lo studio al 35 di rue de Sèvres, e Parigi viene occupata dalle truppe tedesche. Insieme a sua moglie ed il cugino si rifugia sui Pirenei. Inizia i primi studi del Modulor (che terminerà ne '47), quasi a voler affermare principi di logica e di misura in un momento storico che ne aveva poca.

Nel 1944 "La Carta d'Atene".

Nel 1951 progettala cappella di Ronchamp, e inizia dei lavori a Chandigarh, in India.

Nel 1965 iniziala progettazione per il nuovo Ospedale di Venezia.Altri lavori di notevole importanza realizzati da Le Corbusier: - Sifone (quadro ad olio, 61 x 50 cm), 1921.- Bicchieri e bottiglie con vino (quadro ad olio, 130 x 90 cm), 1928.- La caduta di barcellona (disegno libero, 71 x 103 cm), 1960.- Vers une Architecture (testo di architettura), 1912.

http://www.designindex.it/lecorbusier.htm
www.fondationlecorbusier.asso.fr

giovedì 1 marzo 2007

Petizione IT rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministri



Tratta dal blog SocialDesignZine

Al Presidente del Consiglio dei MinistriAl Ministro per i Beni e le Attività culturaliNon vi sarà sfuggito, pur nelle difficoltà politiche del momento, come la presentazione e la diffusione on line del marchio-logotipo e dell’immagine del sistema turistico Italia abbia suscitato, nell’intera comunità nazionale degli addetti ai lavori, una grande delusione prima e un profondo malcontento poi.Sul nostro blog SocialDesignZine edito dall’AIAP, l’associazione della grafica italiana, si sono rincorsi in questi giorni numerosissimi commenti, sberleffi, battute. Lo stesso è successo sugli altri blog dedicati, in Italia, alla progettazione visiva.Si potrebbe pensare che la critica sia semplicemente una sorta di sindrome della ‘volpe e l’uva’ e dettata quindi da invidia stizzosa e malcelata per il fortunato vincitore. Non è sicuramente così: ovunque si è sottolineata l’inadeguatezza del progetto vincente sia sul piano dei valori formali costitutivi, sul piano della progettazione, sul piano della competizione internazionale. Della mancanza di questi valori si è discusso, sui blog, con dovizia di citazioni, approfondimenti, argomentazioni e non solo con battutacce.Il progetto vincente, in definitiva, sembra non rispondere in nulla a quella qualità cui la ‘cultura del progetto’ italiana aveva abituato nei decenni precedenti. Il monogramma it, e la sua declinazione, mancano dei requisiti fondamentali (per storia, cultura, riferimenti tipografici, iconici, progettuali), per diventare memorabile e quindi usabile. È un segno senza storia e quindi è facile prevedere un suo pronto abbandono. Non varrà nemmeno la pena di ricordare che lo slogan scelto (L’Italia lascia il segno) è copiato pari pari da Spain marks e Portugal marks, campagne analoghe di sostegno al turismo dei paesi iberici.It mortifica inoltre una categoria intera che aspettava ben altri esiti da un concorso di tale importanza, anche se era non troppo difficile prevedere che l’esito finale – per tempi di elaborazione ristretti, selezione economica dei partecipanti, inadeguatezza culturale specifica della giuria – non sarebbe stato esaltante.Inoltre in Italia la pratica concorsuale, per quello che riguarda la grafica (che è design, e come tale dovrebbe rappresentare parte del sistema paese e della sua qualità, e che almeno lo rappresenta nelle parole dei politici), spesso mortifica gli stessi professionisti e i cittadini. È sempre raro avere teorici o professionisti della comunicazione visiva (questa la dicitura in uso presso l'accademia, le università) nelle commissioni. Anzi, più il concorso ha rilievo, meno attenzione alla qualità del progetto viene dimostrata, per lo meno mediante accorgimenti che a livello internazionale sono di garanzia. Si fa chiaramente riferimento alle indicazioni dell'Icograda, l'internazionale delle associazioni di design, organo di riferimento e riconosciuto, meno che in Italia. Evidentemente. Noi riteniamo che il riconoscimento del design, in termini pratici, significhi interpellare e coinvolgere chi il design lo pratica, chi del design ne fa attività di ricerca, chi del design cerca quotidianamente di diffonderne valori culturali e imprenditoriali. Per giustificare la bontà di un prodotto grafico non basta una brillante presentazione del progetto, a posteriori, né la relazione di un copywriter astuto e attento. A noi perlomeno non basta. Alla comunità dei grafici italiani non basta. Pensiamo che ai cittadini non basti.
Vogliamo sperare, egregi signori, che possiate ripensare all’iniziativa.

Aiap, Associazione Italiana Progettazione Comunicazione Visiva
SocialDesignZine
Progetto Grafico
Ministero della grafica

Vai al blog per firmare questa petizione!
http://sdz.aiap.it/notizie/7311
Link al blog socialdesignzine

Carta del progetto Grafico




(tratto da LINEAGRAFICA rivista internazionale di grafica e comunicazione visiva e multimediale)




1. Noi osserviamo che il sistema della comunicazione e dell'informazione dispone oggi di una presenza generalizzata, di una diffusione capillare, di un assetto poderoso. È l'industria della comunicazione e dell'informazione a porsi come traente nello scenario contemporaneo. Peraltro sono riscontrabili in parallelo inquietanti fenomeni di inquinamento visivo e di saturazione comunicativa, sintomi di un sistema in cui tecnologie e apparati, lontani dall'essere autosufficienti, sono bisognosi di direzioni, di scelte e orientamenti progettati. La grafica è ormai una presenza trasversale. Dove c'è comunicazione c'è grafica. Come la comunicazione essa è dappertutto. La grafica è là dove la cultura si fa editoria. La grafica è là dove i sistemi di trasporto si stanno informatizzando. La grafica interviene nell'assetto multimediale della politica. La grafica è presente non solo nella divulgazione ma anche nella modellazione della scienza.La grafica è in azione là dove il prodotto industriale interagisce con l'utilizzazione. La grafica è nella grande distribuzione dove il consumatore incontra la merce. La grafica è anche nello sport, nell'immagine delle grandi manifestazioni come nella loro diffusione massmediale.




2. Noi affermiamo una volta centralità del progetto grafico. Nella cultura iperindustriale di massa, la quantità, la frammentazione, la disomogeneità, la dislocazione nell'offerta dei dati necessari all'uomo per vivere, producono una domanda di nuove sintesi e di orientamento. E indubbiamente, l'ente, l'istituzione, l'impresa che affronta il problema di comunicare fa già un primo passo nella direzione di una qualificazione dei beni e dei servizi che produce. E ancora con la sua competenza nel pilotare l'attenzione, nell'operare distinzioni percepibili, con la sua capacità di attribuire una forma e un'identità alla comunicazione, la grafica contribuisce a conferire esistenza alle strutture della società.




3. Indichiamo la grafica come attività che colloca dunque dentro al sistema generale della progettualità orientata alle necessità dell'uomo. Accanto all'urbanistica, all'architettura, al design industriale, al disegno ambientale, essa non solo li affianca ma interagisce con essi. La grafica è urbanistica nelle tecniche di prefigurazione, nei sistemi di visualizzazione e nei metodi di rappresentazione. La grafica è architettura non solo in quanto strumento della stesura del progetto ma anche direttamente nella presenza della scrittura nell'edificio costruito. La grafica è disegno ambientale nella segnaletica cittadina, dei trasporti ecc. La grafica è disegno industriale nella "grafica del prodotto", nei cruscotti, nelle interfacce, nel packaging ecc....




4. Come negli anni Trenta si avvertiva quello dell'architettura come ruolo guida delle discipline del progetto, e negli anni Sessanta, nella transizione della produzione al consumo, il design industriale assumeva un ruolo di coordinamento concettuale, negli anni Novanta è il progetto grafico a collocarsi in posizione strategica dentro la cultura del progetto.




5. Per quanto articolata in numerosi settori e pur mostrando facce anche molto diverse, noi, che possiamo preferire di chiamarci autori o planner, designer o creativi, fotografi o illustratori, riconosciamo la nostra professione come un'attività unitaria. Così come ribadiamo l'unità della disciplina cui fa riferimento la cultura del grafico. Sul versante della pratica mentre osserviamo la transizione del mestiere alle specializzazioni, constatiamo anche che per poco ci si trovi ad affrontare un progetto complesso, il problema diventa quello del governo di processi e il ruolo assume i tratti di una regia. D'altronde, cioè sul piano teorico, in tutte le diversissime procedure metodologiche dei singoli settori non è difficile ritrovare connotati comuni nella maniera di strutturare i problemi e di risolverli. A entrambi questi aspetti, alla prassi e alla teoria, leghiamo il problema della formazione, che va ripensata e organizzata sulla base di questa identità rinnovata.In Italia registriamo, da questo punto di vista, un grande vuoto istituzionale. Ad esempio non esiste una facoltà universitaria dedicata al progetto di comunicazione. Ma, nelle indagini analitiche dei linguaggi, delle culture e delle società, in un programma di studi di storia e teoria della grafica, in una elaborazione sistemica e metodologica, e ancora nelle ricerche specificamente disciplinari del basic design, senza infine dimenticare l'esplorazione e lo sviluppo delle potenzialità informatiche, noi intendiamo identificare i principali filoni di lavoro e i possibili riferimenti per un nuovo iter formativo.




6. Lo storico della tecnica Sigfried Giedion scrisse nella prima metà del nostro secolo un testo Il secondo stilema è invece di natura tecnica, essendo rappresentato dalla presenza in calce alla pagina dell'indirizzo Internet. Il sigillo "http" diventa infatti la garanzia dell'effettiva capacità di comunicazione globale dell'azienda, la firma che sottoscrive la presenza nella rete delle reti, che sancisce simbolicamente il sapore democratizzante della nuova era della comunicazione planetaria. Nei confronti dell'inquinamento prodotto da una comunicatività pletorica e da una complementare indifferenza per la cultura dell'immagine, (risultato di una forma dell'industrializzazione dei processi comunicativi, dove l'industria massmediale e informazionale, prigioniera della ideologia dell'orientamento al mercato, produce vulcanicamente informazione), noi sottolineiamo le nuove responsabilità del progettista grafico. Difendiamo il progetto della qualità nel campo della comunicazione visiva. Rivendichiamo nostre le responsabilità nei confronti dell'utenza. Competenza questa che è peraltro ciò che ci viene richiesto dalla committenza più avanzata. Noi dichiariamo pertanto il punto di vista dell'utenza fondamento costante del nostro operatore.Poniamo il massimo dell'attenzione oltre che al risultato finale della comunicazione, anche a una presenza dei momenti strutturali e organizzativi della macchina della comunicazione. Consideriamo tra i nostri compiti principali quello di agire dentro ai sistemi che producono standard (dal design di caratteri ai progetti di simbologie segnaletiche, dai programmi di immagine coordinata alle strategie di comunicazione, dai software grafici a tutte quelle elaborazioni che serviranno per produrre risultati finali).




7. Ci impegniamo a mettere in atto tutte le iniziative che promuovano il riconoscimento della nostra identità professionale sia sul versante della società in generale che presso la vasta gamma della nostra committenza. Con questa "carta" ci impegniamo a lavorare in prospettiva, come sta avvenendo in altri paesi e in assonanza con gli intenti delle organizzazioni internazionali e delle associazioni nazionali, ad una costituente della progettualità. Ci impegniamo inoltre a costruire un calendario delle iniziative per la divulgazione dei vari aspetti della professione e della disciplina.